Pepito in Francia

Come si sa, Pepito in Italia non ha mai raccolto realmente il successo che meritava. Dopo alcune sporadiche apparizioni (nel 1952, sul mensile Cucciolo, e, qualche mese dopo, all’interno della collana Gaie Fantasie), gli viene infatti dedicata una rivista che porta il suo nome ma che dura soltanto diciotto mesi (più precisamente dal luglio 1955 al dicembre 1956). Il tutto sotto l’egida dell’Alpe, di Giuseppe Caregaro.

la copertina n. 1 del Pépito francese


la copertina n. 1 del
Pépito francese

Pepito riuscirà molto meglio in Francia. Se si esclude la sua prima apparizione, passata pressoché inosservata, negli albi 10 e 11 di Tex, presso le Éditions LUG (nel 1953), è con la S.A.G.É. (Société Anonyme Générale d’Éditions) che il simpatico pirata conoscerà il successo. All’inizio semplice traduttrice del materiale italiano, la casa parigina diretta da Bernard Trout riacquisterà infatti i diritti del personaggio e lo pubblicherà per suo conto. Dopo un buon lancio pubblicitario, nel giugno 1954 il primo numero di Pépito appare così nelle edicole francesi. Curiosamente in questa prima uscita non c’è alcun riferimento a Luciano Bottaro, né sulla copertina, disegnata da Raffaele Marcello, né nella storia all’interno, realizzata da Carlo Cossio. In quel periodo il Maestro ligure sta infatti effettuando il servizio militare, ragion per cui viene temporaneamente sostituito dall’autore di Alain la foudre.

Les grands voyages de Pépito


Les grands voyages de Pépito
© Roland Jouve

Questo nuovo eroe dei fumetti è così ben accolto dai lettori che la casa editrice decide immediatamente di promuoverlo: Pepito compare così sulla copertina del numero 135 del settimanale Héroic (27 ottobre 1955), che ne ospita anche una storia completa. Non solo, ma a partire dal numero 11 la testata principale diventa bimestrale e, dal 1955, è affiancata da albi fuori serie, non numerati, di grande formato.
Una collezione che si muta ben presto in Pépito Magazine, un trimestrale molto curato che permette a Luciano Bottaro di esprimersi al meglio delle sue possibilità artistiche. Grazie infatti al formato più grande le tavole di Pepito, sceneggiate da Bottaro stesso, diventano più ricche: appaiono così lussureggianti isole, popolate talvolta da architetture barocche e da strani macchinari, come il polpo a vapore.

Ben presto Pepito accede a una notorietà che va oltre gli acquirenti abituali delle edicole transalpine: una fama che resterà inalterata per lunghissimo tempo grazie anche a una serie di iniziative indovinate da parte della casa editrice transalpina: già dai primi anni, infatti, la S.A.G.É. decide di sfruttare questa grande popolarità con una vera e propria operazione di marketing legata al personaggio (probabilmente la prima, in Francia, legata a un eroe della bande dessinée), realizzando per il pubblico una serie di gadget riguardanti il character ideato da Luciano Bottaro, come una serie di simpatici portachiavi e, addirittura, un disco a quarantacinque giri con inciso un brano intitolato, appunto, la Chanson de Pépito.

una pubblicità per il disco di Pepito


una pubblicità per il disco di Pepito

Alla fine della storia editoriale di Pepito in Francia si conteranno tre serie di petits formats (dal giugno 1954 al dicembre 1976, per un totale di duecentottantanove albi), tre serie di grands formats (dal gennaio 1955 all’ottobre 1972, per un totale di ottantotto albi, oltre a sei fuori serie), più svariati album one shoot (anche per altre case editrici, come la Futuropolis e le Éditions du Château). Tantissime avventure che ancora oggi fanno di Pepito uno dei personaggi più conosciuti e ricordati di tutta la bande dessinée francese.

(n.b. la scheda è un libero adattamento tradotto dal francese da Marco Della Croce di un articolo scritto da Gérard Thomassian)

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