Tim è un giovane mozzo che, sia per il suo aspetto (una corporatura esile che fa risaltare la sua testa tonda coperta dall’immancabile berretto), sia per l’ingenuità che lo contraddistingue, sprigiona un’immediata simpatia. Creato nel 1951, questo piccolo pirata rappresenta un passaggio fondamentale nella carriera di Luciano Bottaro, non solo perché è considerato, a giusta ragione, l’antesignano del ben più noto e celebrato corsaro Pepito, ma anche perché, proprio con questo personaggio, il Maestro ha iniziato la sua lunga collaborazione con le Edizioni Alpe. Il suo debutto, infatti, avviene sulla testata Cucciolo, formato grande, per poi passare al periodico Gaie Fantasie.

una vignetta di Tim


una vignetta di Tim

Il ragazzino, sempre alla ricerca di nuove avventure, non riesce a trattenersi a lungo nello stesso posto e così, dopo aver abbandonato il lavoro di garzone presso un’osteria, s’imbarca, clandestinamente, sulla nave di due tipi loschi, Pancione e Dranghinassa che, tra una peripezia e l’altra, lo conducono al Castello del Marchese Salsiccia di Majorca. Tim, nonostante gli vengano offerti un comodo alloggio e lauti pranzi, vi si sofferma però per un breve tempo, sufficiente comunque a fargli vivere un’avventura con i fantasmi, per poi riprendere il suo cammino.

una copertina della serie Tim e i Pirati


un’altra copertina con il
giovane pirata Tim

L’eterno vagabondare, conduce Tim a scontrarsi, sovente, con l’acerrimo nemico Barbanera, grande e grosso ma non altrettanto furbo, come nell’episodio “Tim nell’isola del tesoro”, in cui appare anche una figura che ritroveremo, sotto altre spoglie, tra la ciurma di Pepito: l’energica locandiera Caterina, ispirata – come è stato notato – al personaggio americano Pansy Yokum (madre di Li l’Abner, nella serie del grande Al Capp). Questo character mostra infatti parecchie somiglianze con il simpatico nostromo Ventinpoppa.

Dopo un ultimo viaggio in Egitto, tra piramidi e faraoni, l’esistenza di questo personaggio, le cui storie sono spesso sceneggiate da Roberto Renzi e si avvalgono del lettering del futuro editore Bianconi, è destinata a terminare: nel momento in cui l’editore Caregaro propone di trasformare Tim da mozzo a comandante della nave, Bottaro, non troppo convinto di questa scelta, decide di sostituirlo con Pepito che, con la sua forte personalità, conquisterà il mercato francese, tanto da diventare il beniamino dei lettori degli anni Cinquanta e Sessanta.