La prossima asta di fumetti organizzata da Urania Casa D’Aste ci riporta su un argomento che abbiamo trattato solo pochi mesi fa: la paternità delle tavole di Luciano Bottaro.
Nel catalogo dell’asta, infatti, tra le opere attribuite a Bottaro (disneyane e non), tutte presumibilmente provienti da collezioni private, figurano anche due tavole dell’ Ape Maya, il personaggio giapponese diventatato popolare in Italia grazie ai cartoni animati, trasmessi dalla RAI, negli anni Ottanta.
Non è la prima volta che si vedono in vendita originali dell’ Ape Maya collegati al nome di Bottaro, un’inesattezza generata dal fatto che buona parte della produzione a fumetti di questo personaggio e di altre serie televisive dell’epoca ( Heidi, Capitan Harlock, Le avventure di Hack Finn, Marco ecc…), pubblicate sulla testata TV Junior, sono state realizzate dai vari componenti dello Studio Bierreci, ma non figurando i loro nomi sulle tavole, il riconoscimento è possibile solo grazie alla testimonianza degli autori interessati e ai tratti caratteristici di ognuno di essi.
Per quanto riguarda l’ Ape Maya, gli autori interessati hanno sempre affermato che tutte le matite sono di Enzo Marciante mentre i ripassi a china sono di Giorgio Rebuffi e, solo occasionalmente, di Bottaro (che ha sempre sostenuto di NON aver mai fatto le matite del personaggio).
Nel caso specifico delle due tavole in asta, Enzo Marciante ci conferma che i disegni a matita sono i suoi e “ipotizza” che l’inchiostratura possa essere di Bottaro, in particolare per un dettaglio “… i ballons sono disegnati a mano e non con sistemi grafici e inoltre ( massima importanza ) il doppio segnetto a V che indica chi parla è tipico di Luciano!…”
In seguito a un confronto con altre pagine originali di questo personaggio, dove non compaiono nè firme nè diciture, in ragione del fatto che gli autori rimanevano nell’anonimato, siamo portati a dubitare dell’autenticità della firma di Bottaro in basso a sinistra e della dicitura a tavola 10 “Testo di Chendi/Disegni di Bottaro”.
Il curatore dell’asta, Daniele Gradella, ovviamente ignaro di questi particolari, dopo la nostra segnalazione si è dimostrato molto disponibile a fare una rettifica al momento dell’asta, non potendo più correggere il catalogo.