Nel 2021, che si è appena concluso, il protagonista indiscusso della produzione disneyana di Luciano Bottaro è stato, senza ombra di dubbio, il terribile dittatore di Saturno Rebo, con tre prestigiosi volumi a lui dedicati: Paperino e il razzo planetario per la serie Topolino Gold di Panini Comics in Italia, Donald Duck Jumpin’ Jupiter nella collana Disney Masters di Fanthagraphics negli Stati Uniti e Picsou et la fusée de la fortune per la serie Les grands Maitres edita da Glènat in Francia.

Con il primo numero dell’anno di Grandi Classici Disney (n°73), come ci prennuncia la bella copertina di Giorgio Cavazzano, Paperino abbandona lo spazio per essere catapultato in Francia nella prima metà del Seicento e vestire i panni dell’abile spadaccino Paperin de Paperac. Disegnata da Luciano Bottaro nel 1967 (Topolino n° 600) su soggetto di Gian Giacomo Dalmasso la storia è chiaramente una parodia di Cyrano de Bergerac, commedia del drammaturgo francese Edmond Rostand, portata in scena per la prima volta nel 1897 a Parigi.

Lo stratagemma che permette allo sceneggiatore di far vivere a Paperino questo viaggio spazio/temporale è il classico sogno in cui il protagonista diventa Paolino Ercole Paperin, Sire de Paperac, un papero vestito con stivali, guanti e cappello piumato ossessionato, come Cyrano dal suo naso (becco, in questo caso). Anche nella nuova dimensione Paperino viene accompagnato dalla sua innata sfortuna che gli impedisce il riconoscimento dei suoi meriti da parte di Zio Paperon de Paperonne.

La storia oltre ad essere pluri-ristampata in Italia è stata tradotta anche in numerosi altri Paesi: Brasile, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia,  Norvegia, Olanda, Spagna, Svezia.