Un cavaliere, l’Ombra e Margherita (3)

[pagina 3]

6 – Demonologia del Paperus

il Dottor Paperus


il Dottor Paperus

Per la sua stessa natura, il “Paperus” si deve confrontare con una tipologia di personaggi non usuale nel mondo Disney: i diavoli. Abbiamo già visto come il Mefistofele di Bottaro sia la versione leggermente caricaturale di quello di Albertarelli. Ma i suoi diavoli da dove vengono? Esseri demoniaci erano già comparsi nelle tavole disegnate da Bottaro per Aroldo il Bucaniere (1949-1950), molto diversi da quelli del “Paperus” ma già singolarmente simili all’iconografia cinese. Precedenti, nel mondo Disney di provenienza statunitense, ce n’erano pochi: qualcosa nelle Silly Symphonies ed in Fantasia (1940), il Plutone di Gottfredson in “Mickey Mouse and the magic lamp” (35), direttamente ispirato a quello animato da Dick Huemer nella Silly Symphony “The Goddess of Spring” (1934). Bottaro, però, si rivolge alla produzione italiana ed in particolare a quella di Angelo Bioletto.

il palazzo della Masnada de' Bassotti e quello del Redipicche


il palazzo della Masnada de’ Bassotti e quello del Redipicche

Bioletto era un illustratore prestato al fumetto Disney, dove si sentì sempre un po’ stretto e che, infatti, abbandonò presto ma dopo aver lasciato un segno importante. I diavoli disegnati da Bioletto, prima in “Topolino e il Cobra Bianco” (1948-1949) (36) e soprattutto nel celeberrimo “Inferno di Topolino” (1949-1950, 37) rappresentano appunto il modello cui guarda Bottaro. Come osservato (38), il compito di Bioletto era tutt’altro che facile: doveva armonizzare personaggi completamente diversi (nell’Inferno compaiono praticamente tutti i characters Disney, sia quelli dei fumetti che quelli dei film di animazione) in un contesto anch’esso diverso da quello loro solito. L’inferno dantesco, per essere un luogo spirituale, ha di per sé una forte fisicità, costellato com’è di dirupi e burroni. L’iconografia ottocentesca (tipo quella del Doré) era ben presente a Bioletto e il suo Inferno, come poi quello tratteggiato da Bottaro, è anch’esso un paesaggio aspro e scosceso. I demoni che Dante pone nell’Inferno si possono dividere in due categorie, demoni biblici e demoni mitologici, a seconda che provengano dalla tradizione scritturale e/o patristica o dai miti pagani (39). Da questo punto di vista, sia Bioletto che Bottaro sono singolarmente fedeli alle fonti. Entrambi, infatti, rappresentano Caronte, demone pagano, in modo diverso dagli altri e allineato all’iconografia dantesca, che a sua volta seguiva fedelmente Virgilio (i libri parlano di altri libri…).

i diavoli di Bottaro (sopra) simili ai pipistrelli dei bronzi cinesi del V-III secolo a.C.


i diavoli di Bottaro (sopra) simili ai pipistrelli
dei bronzi cinesi del V-III secolo a.C.

Se nell’Inferno di Bioletto Caronte conserva la sua natura irosa, nel “Paperus” è un vecchio, povero diavolo, (vecchio come i miti pagani da cui proviene?) dalla lunga barba bianca, che non vede l’ora di andarsene in pensione. Nel “Paperus” c’è un’ulteriore finezza: anche il diavolo Mefistofele, sostanzialmente caratterizzato da Albertarelli, è diverso dagli altri. Ma questo è iconograficamente corretto, visto che Mefistofele non è demone biblico né pagano, comparendo per la prima volta proprio nel mito di Faust. Da bravo illustratore, Bioletto modellò i propri demoni come una caricatura di modelli esistenti. Avviene così che i suoi diavoli disneyani abbiano diverse caratteristiche in comune con quelli dell’iconografia classica medievale, a loro volta legati a modelli orientali. Come ha dimostrato Baltrusaitis, l’uomo del Medioevo era tormentato dagli dei della Morte e dell’Inferno cinesi (42), e questo si può dire anche dei paperi (forse anche i quadri parlano di altri quadri…).

demoni disneyani: a sinistra una Silly Symphony del 1934, a destra una striscia di Gottfredson


demoni disneyani: a sinistra una Silly Symphony del 1934
a destra una striscia di Floyd Gottfredson del 1936

Abbiamo già fatto notare come alcuni caratteri dell’uomo medievale siano rispecchiati con singolare precisione nel Paperus. Uno di questi è la dimestichezza con l’invisibile. Per l’uomo medievale, l’apparizione spaventa ma non sorprende (43). Il dottor Paperus nemmeno si spaventa quando Mefistofele gli appare. E sì che lo spirito lo chiama per nome. D’altra parte anche Paperus lo riconosce subito, forse perché nella tradizione popolare gli scienziati e gli alchimisti hanno spesso avuto qualcosa a che fare con il lato oscuro.

i diavoli di Bioletto


i diavoli di Bioletto

Per l’uomo del Medioevo, l’Inferno era un posto molto concreto. Ci si poteva arrivare attraverso spelonche o grotte. A Paperus basta addirittura un buco nella terra per andare all’Inferno, magari anche in primavera come per il Piero di De Andrè (44).

7 – E per finire…
Alla fine di questa esplorazione dei labirinti del “Paperus” cosa rimane? Rimane la consapevolezza che qualunque grande storia, una di quelle che si ricordano e reggono alla prova del tempo, può (forse deve?) essere letta a vari livelli e che spesso i livelli profondi nascondono sorprese impensate. Rimane la certezza che un grande artista è capace di rielaborare e fondere in modo assolutamente originale l’esistente, anticipando, magari, anche un po’ il futuro.
E rimane, infine, il fatto che “Il Dottor Paperus” ed il suo seguito, nonostante le molte cose nascoste in esse, sono storie godibilissime da tutti. A questo punto penso di poter smettere i panni del cercatore di piste, ora che i sentieri del “Paperus”, almeno quelli che io riesco a vedere, sono stati tracciati.
E posso tornare ad assaporare qualcuno dei miei lunghi pomeriggi estivi.

Dario Ambrosini (© 2003)
(n.b. tutto il materiale iconografico è )*

[1] [2] [3]


Note
(35) “Mickey Mouse and the magic lamp”, strisce giornaliere dal 11/9/1939 al 13/1/1940, Floyd Gottfredson – Merrill de Maris / Floyd Gottfredson. Per altre informazioni e le ristampe italiane vedi nota 33
(36) “Topolino e il cobra bianco”, TG 713-738, I TL 1-A (1948 – 1949) Martina / Bioletto
(37) “L’Inferno di Topolino”, I TL 7-A, I TL 8-A, I TL 9-A, I TL 10-A, I TL 11-A, I TL 12-A (1949-1950), Martina / Bioletto. Ristampe: AO 55031, CWD 3, CD 1, LGPD 4, LGPD 65, SMIT 13
(38) L. Boschi, L. Gori, A. Sani, I Disney Italiani, pp. 41 – 44
(39) Vedi il riferimento in nota (4), pp. 41 – 44
(40) A. Graf, Demonologia di Dante, in Miti, Leggende e Superstizioni del Medio Evo, pp. 221 – 246, Oscar Saggi Mondadori 1984
(41) Vedi il riferimento in nota (40)
(42) J. Baltrusaitis, Il Medioevo fantastico, Adelphi 1993, cap. 5
(43) J. Le Goff (a cura di), L’uomo medievale, Economica Laterza, 1993, pp. 30 – 31
(44) «Ninetta bella, crepare di maggio / ci vuole tanto, troppo coraggio / Ninetta bella, dritto all’inferno / avrei preferito andarci in inverno», F. De Andrè, La guerra di Piero
*tranne la parte destra della seconda immagine e la parte inferiore della terza

 

Close
error: Contenuto protetto da copyright!